La perdita di peso intenzionale passa solo per una strada fatta di controllo di ciò che mangi e di quanto movimento fai. Voler perdere peso è legittimo perchè viviamo in un contesto sociale di grassofobia e privilegio della magrezza. Il bisogno di perdere peso si ascolta, si legittima, si comprende e si approfondisce e forse cambia, forse no, forse passa o forse resta. Se durante questo percorso la perdita di peso avviene e porta benessere, questo è un effetto secondario ed un cambiamento che viene accolto. Ma non tutte le persone che recuperano un buon rapporto con il cibo perdono peso, qualcuna lo aumenta, qualcuna lo mantiene. Anche questi cambiamenti vengono accolti.

 Capisco che avere un corpo più grande possa essere per te fonte di disagio, sia sociale che con te stessa perché hai un’idea diversa di te e di come appari.

È importante che tu sappia che ciò che temi è assolutamente normale, le tue paure sono legittime e vengono accolte sempre come parte del viaggio verso l’alimentazione intuitiva.
Il 99% delle donne che inizia un percorso con me ha questi timori, ed essi vengono discussi ed abbracciati.

Il peso naturale non sempre può coincidere con un peso di benessere proprio perché ci sono implicate questioni relative al possibile disagio sotto vari fronti.
È per questo che è essenziale essere accompagnate nel percorso in cui ti vengono forniti gli strumenti adeguati per fronteggiare il cambiamento.

Avere come obiettivo un rapporto sereno con il cibo va di pari passo anche con l’obiettivo di sentirti in armonia con il tuo corpo, di sentire che tra voi c’è un patto di alleanza, di avere fiducia che lui fa tutto il possibile per farti vivere le esperienze della tua vita. Per lavorare su questo vanno esplorate le credenze dietro a quel “non mi piaccio” ed ampliare la prospettiva per vederti da un’altro punto di vista.

Un rapporto sereno con il cibo passa per la consapevolezza di:
1. quanto ti sta costando la prigione della dieta e dell’insoddisfazione
2. il valore e l’impatto concreto che avrebbe sulla tua vita il vivere serenamente il tuo rapporto con il cibo e con il corpo

Il fatto di non piacerti potrebbe comunque permanere durante e dopo il percorso di alimentazione intuitiva, ma ciò che cambia è l’importanza che esso ha per te. Ti accorgi infatti che la tua vita adesso è talmente piena e tu ti senti così leggera e vitale che quel “non piacerti” adesso è un elemento di disturbo molto più piccolo.

Ci sono alcuni casi in cui la perdita di peso è consigliata, ovvero quelli in cui viene stabilito che una perdita di peso per la persona le permetta di migliorare un quadro patologico o di forte rischio, ma questo deve necessariamente passare dalla prescrizione e visita di un medico specializzato in scienze dell’alimentazione esperto di obesità.

Sarà mia cura, dal momento dell’anamnesi e dal momento in cui avrò conosciuto la tua storia, indirizzarti da professionisti competenti in materia qualora ce ne fosse la necessità.

Ci sono due elementi fondamentali che disinguono questo approccio dagli altri.

Il primo riguarda la mia storia personale: prima di diventare professionista in questo settore sono stata anche io una bambina, un’adolescente e una giovane donna che ha sofferto di disordini alimentari e il lotta con il suo peso ed il suo corpo. Di questi problemi ne porto addosso segni e meccanismi di funzionamento. So cosa significa provare specifiche paure, so quali sono le modalità con cui ci si torna a rifugiare nelle diete come qualcosa che ci sembra sicuro solo perché conosciuto ma che poi ci fa solo più male. Ci sono entrata dentro e riemersa attraverso gli strumenti più efficaci che ho appreso attraverso i miei studi e la mia esperienza sia professionale che di vita personale.

Il secondo riguarda il processo di risveglio dell’intuito alimentare e dei valori di ogni persona che sono alla base di un cambiamento reale, flessibile e duraturo nei confronti del cibo e del proprio corpo.

Tutto questo per te significa:

• sentirti VISTA e considerata come un essere umano con una storia, emozioni, desideri e non come un problema da risolvere;
• non sentirti mai più in colpa per i tuoi insuccessi passati;
• non sentirti mai più sbagliata o inadeguata per il corpo e le forme che hai, ma scoprirai perchè hai sempre pensato l’opposto;
• vedere il mondo con occhi diversi e ti saprai proteggere da chi vuol farti credere che il tuo peso è una tua responsabilità;
• riconoscere che hai le tue uniche e specifiche risorse per agire in merito al tuo benessere;
• avere strumenti di consapevolezza e di empowerment per favorire il tuo potere personale come donna.

Il percorso è studiato per essere quasi esclusivamente PRATICO, quindi basato su esercizi. Non ci saranno mai “troppe” cose da fare, ma sempre quelle adatte a te ed alla tua situazione. La consulenza iniziale sarà molto approfondita ed avrà l’obiettivo di esplorare a fondo la tua vita e le tue necessità proprio per cogliere le aree in cui poter migliorare senza stress aggiuntivo.

Ci saranno proposte alimentari ovvero delle idee di pasti e ricette, molto diverse fra di loro, pensate per farti fare esperienza dei temi che tratteremo mese dopo mese. Saranno proposte eterogenee proprio perchè volte a far emergere i tuoi pensieri ed emozioni legati a ciascun cibo, oltre che ovviamente a portarti ad una crescente condizione di benessere fisico. Nell’ultima fase del percorso si costruisce insieme un menù settimanale o una lista di alternative facili e gustose adatte alla tua situazione unica.

Va benissimo!!!

Il medico ha tutto l’interesse per la tua salute, il problema è che l’approccio della maggior parte dei medici – basato sul paradigma medico scientifico dominante – è intriso di pregiudizio verso le persone grasse. Questo gli impedisce di garantire cure adeguate a tutte persone. Se due persone – una grassa e una magra – con un problema al cuore o alla circolazione vanno dal cardiologo, il medico tendenzialmente dirà alla persona grassa che il problema è il peso e deve dimagrire mentre alla persona magra darà un’altro tipo di indicazioni. Perchè questa distinzione? Perchè non dare alla persona grassa la stessa prescrizione di quella magra? Questo è l’errore di valutazione che fanno molti medici a causa dei loro bias (forma di distorsione di pensiero basata sul pregiudizio) sul peso. La prescrizione della perdita di peso deve essere fatta da un medico specializzato in scienze dell’alimentazione esperto in obesità e non da un medico generico o specializzato in altre aree. Anche se il medico specializzato ti ha prescritto una perdita di peso, il percorso è adatto a te.

Se sei in una fase acuta di una malattia infiammatoria intestinale o in una fase in cui i sintomi del tuo colon irritabile sono molto forti ed incidono pesantemente sulla tua qualità di vita, è necessario prima promuovere la remissione dei sintomi per poi poterti dedicare al percorso. Posso seguirti in questo e potrebbero essere necessarie delle consulenze preliminari a tariffa agevolata per risolvere la situazione. Scrivimi una mail all’indirizzo dietista@martinapellegrini.com

Sì va benissimo!

No, questo percorso non è adatto per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare ma per chi soffre di alimentazione disordinata. Ti spiego le differenze:

Disturbo Alimentare vs Alimentazione Disordinata

Mentre entrambi i termini si riferiscono a problematiche legate al cibo e al corpo, esistono alcune differenze chiave:

• Disturbo Alimentare:
  • Diagnosi clinica: Un disturbo alimentare è una condizione medica riconosciuta, con criteri diagnostici specifici (come quelli del DSM-5).
  • Impatto sulla salute: Ha un impatto significativo sulla salute fisica e mentale della persona, spesso richiedendo un trattamento multidisciplinare.
  • Esempi: Anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder.
• Alimentazione Disordinata:
  • Comportamenti alimentari non normali: Indica una serie di comportamenti alimentari che si discostano da quelli considerati sani, ma che potrebbero non soddisfare tutti i criteri per una diagnosi formale di disturbo alimentare.
  • Gravità variabile: La gravità può variare da lievi preoccupazioni riguardo al cibo a comportamenti più estremi, ma in generale l’impatto sulla salute è meno grave rispetto ai disturbi alimentari.
  • Esempi: Saltare i pasti, fare continuamente diete drastiche, mangiare in modo compulsivo ed emotivo in determinate situazioni, sentirsi a disagio e non piacersi nel proprio corpo

Qual è la differenza chiave?

La differenza principale sta nella gravità e nella frequenza dei comportamenti e nell’impatto sulla vita quotidiana. Un disturbo alimentare è una condizione più grave e persistente, che richiede un trattamento specializzato. L’alimentazione disordinata, invece, può essere un problema meno grave, che migliora con un supporto nutrizionale e relazionale.

Assolutamente sì!

E’ possibile rateizzare il percorso semestrale anche in 4 rate. Scrivimi una mail all’indirizzo dietista@martinapellegrini.com se sei interessata.