SALUTE FEMMINILE, DIMAGRIMENTO
Dimagrire mangiando a sazietà e volontà: è possibile?
Dott.ssa Martina Pellegrini
Esperta in Dimagrimento Femminile
E’ davvero possibile dimagrire mangiando a sazietà e volontà?
Scommetto che almeno una volta nella tua vita ti sarai fatta questa domanda, soprattutto in un periodo come questo in cui va tanto di moda un concetto così controverso.
Ho notato infatti varie pubblicità e messaggi subliminali in cui si incoraggiano le persone a seguire una dieta per dimagrire in modo molto più attraente.
La promessa che viene fatta infatti non è solo quella di farti perdere peso ma addirittura di farti “mangiare a sazietà per dimagrire”.
Sì, perché sarebbe un po’ il sogno di ogni donna mangiare a volontà senza ingrassare e, addirittura… dimagrire! Ma è davvero possibile?
In effetti sì, è possibile ma a patto di alcune condizioni, molto severe, che ovviamente non vengono esplicitate.
In questo articolo quindi voglio parlarti di cosa si cela dietro questa “promessa” di dimagrire mangiando a sazietà e volontà, e cercherò di fare chiarezza su quali siano non solo i benefici ma anche i rischi e le difficoltà di queste tipologie di diete.
Prima di iniziare però, se non sai chi sono vorrei presentarmi:
Mi chiamo Martina Pellegrini, sono una Nutrizionista ed Holistic Lifestyle Designer.
Aiuto le donne a realizzare il Peso Sano con Gioia nutrendo Corpo, Mente e Anima.
Andiamo ora quindi a vedere quali sono le condizioni nascoste che nessuno ti dice a proposito di queste diete e in che modo, se rispettate, promuovono un effettivo dimagrimento – seppur a caro prezzo.
LE CONDIZIONI (NASCOSTE) PER DIMAGRIRE MANGIANDO A SAZIETÀ E VOLONTÀ
La prima cosa da notare è che, se si va un po’ più in profondità, ci sono delle condizioni ben precise che contemplano l’esclusione di alcune categorie di cibi o di alimenti in particolare.
Ad esempio, il primo alimento che solitamente viene richiesto di togliere è lo zucchero, spesso e volentieri anche il sale. Ovviamente da qui non solo lo zucchero aggiunto nel caffè, o il sale aggiunto all’insalata, ma qualsiasi tipo di alimento in cui lo zucchero/sale aggiunto sia presente.
Quindi va da sé che già solo a queste condizioni si toglie una grandissima fetta di prodotti alimentari: molto spesso infatti sia lo zucchero, sia il sale aggiunto si trovano pressoché in quasi tutti i cibi trasformati, industriali e anche solo leggermente elaborati.
Ma non è finita qui!
Spesso e volentieri a tutto questo si aggiunge l’esclusione di ulteriori categorie, come ad esempio le fonti di carboidrati, lievitati, oppure di latticini.
Quali sono quindi gli alimenti concessi che rimangono, da poter mangiare a sazietà e volontà?
Le verdure, le fonti di proteine (carne, pesce, uova), le fonti di grassi provenienti da olio extravergine d’oliva (ma di solito si consiglia sempre di limitarsi a qualche cucchiaino), frutta secca e semi, spezie ed erbe aromatiche.
A questo punto è chiaro che il dimagrimento venga promosso: è stata fondamentalmente esclusa tutta una serie di categorie di alimenti ad alta densità energetica e che saziano molto meno.
E’ un meccanismo abbastanza banale se ci pensi, vero?
Vediamo ora quali possono essere gli aspetti positivi e negativi nell’inserire questa tipologia di dieta nel nostro stile di vita alimentare.
I BENEFICI, QUALI SONO?
Queste tipologie di diete, sebbene come avrai visto sono molto categoriche in termini di alimenti da prediligere, hanno comunque alcuni benefici che non possono non essere contemplati:
- Si percepisce innanzitutto un aumentato senso di sazietà, che deriva dall’aumento di apporto proteico;
- Diminuisce il senso di fame, proveniente da una riduzione molto forte dei carboidrati, che instaura nel nostro organismo la cosiddetta calma insulinica;
- Si riduce anche il gonfiore, in quanto l’esclusione di carboidrati e lievitati sono quelli che producono gas nel nostro organismo, e se li tolgo non avrò più la sensazione di gonfiore che provavo prima;
- Si regolarizza l’attività intestinale, in quanto mangiando a volontà gli alimenti concessi, si mangiano più verdure e più fibre.
Da tutto ciò quindi si deduce che questa dieta non fa miracoli: semplicemente, soddisfa i risultati promessi grazie all’esclusione di tante categorie alimentari, prediligendo un alto consumo di verdure, fibre e proteine.
Quali sono però le difficoltà che potrebbero sorgere nel perseguire una dieta di questo genere? Andiamo ora a scoprirli e analizzarli singolarmente.
1) FORZA DI VOLONTA’
Chiunque ha provato questo tipo di diete saprà che ci vuole molta volontà per portare avanti la decisione di escludere totalmente certe categorie alimentari.
Se si ha una vita sociale o dei gusti personali, trovarsi nell’ottica di dover rinunciare continuamente e per tanto tempo a certi alimenti richiede davvero una volontà di ferro che normalmente si esaurisce con il tempo.
2) COSTANZA E DEDIZIONE
Per mantenere queste abitudini giorno dopo giorno, senza eccezione di compleanni, feste, matrimoni ecc.
E’ richiesto infatti di evitare il più possibile i cosiddetti “sgarri”.
Il problema di questa condizione è che, nel momento in cui ci si trova in presenza di cibi proibiti, il rischio di abbuffarsi è molto alto.
Tutto ciò ovviamente è sconveniente sia per la propria salute psicofisica sia per il nostro sistema gastrointestinale.
3) DIMAGRIMENTO COME PRIORITA’ ASSOLUTA NELLA VITA
In casi di forte sovrappeso il dimagrimento può davvero essere considerato come priorità assoluta, contemplando quindi l’esclusione di certe categorie alimentari.
Ma difficilmente si ha a che fare con casi di questo tipo: molto spesso invece le persone che si rivolgono a questa tipologia di dieta sono donne che non hanno forti problemi di obesità e a cui non sarebbe richiesto un impegno così elevato da causare, in questo caso, una condizione di stress psicofisico controproducente la perdita di peso.
4) DIFFICOLTA’ DURANTE IL RE-INSERIMENTO
La domanda che mi verrebbe da fare a chi ha intrapreso questa dieta è: che cosa hai imparato da tutto questo percorso?
E’ ben noto che la causa dell’aumento di peso è dovuta ad eccesso di alimentazione e scarsa attività fisica reiterate nel tempo.
Questa reiterazione di abitudini disfunzionali è qualcosa che si viene a creare perché nel tempo la persona ha perso, o forse non ha mai avuto, una (fondamentale) connessione tra mente, corpo e anima.
Quando si è capaci di ascoltare il proprio corpo infatti è naturale evitare che abitudini disfunzionali prendano il sopravvento per un periodo di tempo così prolungato.
Quindi la domanda “che cosa hai imparato?” è fondamentale per capire se un percorso di dimagrimento che è stato intrapreso si stia rivelando veramente utile e abbia apportato delle consapevolezze importanti.
La persona che intraprende questa tipologia di diete invece molto spesso si trova spiazzata perchè si rende conto di aver solamente imparato ad escludere alcune categorie di alimenti senza invece aver capito una cosa ben più importante come l’ascolto del proprio corpo, la riconnessione con i propri bisogni ecc.
La verità è che in tutto questo percorso si subisce esclusivamente il meccanismo biochimico di alcuni nutrienti esclusi o inseriti nella propria alimentazione, e, una volta finito, oltre questo non si impara nient’altro. Ecco che quindi ritorneranno i cicli di diete senza fine.
LE MIE CONCLUSIONI
Quali conclusioni possiamo trarre quindi rispetto a questo?
La prima cosa che mi sento di dire è che il dimagrimento va saputo promuovere.
Perché se è vero che ci si può riuscire da soli, è anche vero che per molte persone è davvero difficile in quanto richiede studio, pazienza, un percorso di prove ed errori in cui è richiesto del tempo. Tutto questo quando esistono dei professionisti che sanno già queste cose per esperienza.
Devono essere esperti nell’ambito che sappiano gestire queste situazioni nella loro complessità, che sappiano bilanciare i nutrienti, organizzare l’alimentazione migliore per la persona a seconda del momento e della fase di vita in cui si trova, e armonizzarla con la tipologia di movimento più adatta.
Non solo: anche il mindset e l’approccio mentale che la persona deve avere rispetto questo percorso sono importanti e vanno presi in considerazione, così come il saper ciclizzare, bilanciare i vari nutrienti e andare di volta in volta a correggerli.
Occorre tempo, da parte di chi intraprende un percorso di dimagrimento, per rieducarsi al contatto con il proprio corpo, alla connessione con esso, andando a chiedersi innanzitutto che cosa spinge a mangiare e cosa no, andando a lavorare più sul COME che sul cosa.
E’ importante educare fin da subito ad un rapporto sano, armonioso, gioioso e soprattutto equanime con il cibo, in cui non c’è un’etichettatura tra cibo buono e cattivo.
Questo serve per mettere fin da subito le basi per il futuro, perché la persona dovrà essere in grado di continuare a gestirsi in autonomia.
Una volta che infatti avrà capito come connettersi al suo corpo e come ascoltare i suoi bisogni, a quel punto non avrà più bisogno di rivolgersi a nutrizionisti o protocolli dietetici, perché avrà imparato a capire il suo corpo, in accordo con la sua mente e la sua anima.
Avrà, infine, capito come nutrirsi per avere più energia, leggerezza, vitalità e gioia nella propria vita.
Fammi sapere cosa ne pensi di questo articolo lasciandomi un commento qui sotto, sarò molto curiosa e felice di leggerlo!
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